L’orto di Marinella – Dialoghi curiosi: Marta e la Lattuga

Marta: Buongiorno… Tu chi sei?

Lattuga: Sono la lattuga.

Marta: Cosa fai?

Lattuga: Cresco e divento bella verde con tante foglie a corona intorno a quelle piccole e tenerelle che devono crescere, perché sotto di loro c’è il mio cuore vegetale che mi spinge a diventare rigogliosa.

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Marta: Che parola buffa! Cosa vuol dire rigogliosa?

Lattuga: Vuol dire essere grande e forte, riscaldata dal sole e bagnata dalla pioggia per essere raccolta.

Marta: E perché devi essere raccolta?

Lattuga: Perché tu mi devi mangiare e io ti nutrirò col mio sapore dolce e acquoso che ti fa bene al pancino…

Marta: Lo vedo sempre il mio gatto che mangia la lattuga, si lecca i baffi e poi tutto contento si sdraia al sole.

Lattuga: Anche tu, prendi una mia foglia e mettila contro il sole: se la guardi in trasparenza, vedrai che sono composta di tante “camerette verdi” che si chiamano “cellule”, tutte piene di acqua, raccolta dalla pioggia e purificata dalla mia linfa chiara che per me è come il tuo sangue, che però in te è rosso; quello che scorre dentro il tuo corpo tra le “cellule” delle braccia, delle gambe…

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Marta: Così siamo fatti quasi uguali?

Lattuga: Eh si! Io ti regalo da mangiare la mia sostanza, quella di cui io sono fatta, perché diventi la tua sostanza ed è stato il giardiniere che mi ha aiutato a crescere e a diventare bella per te…

Marta: E poi che succede se ti mangio?

Lattuga: Succede che mi mastichi con i denti, mi assapori con la lingua e mi degusti con le papille del palato, che si chiamano gustative, poi mi mandi giù nello stomaco dove mi unisco ai succhi gastrici e vado nell’intestino, insieme a tutto quello che mangi insieme a me… e formo una pallottola morbida che poi devi fare uscire da te, perché è fatta di scorie e non ti nutre più. È la popò!

Marta: Ma se ti mangio, non ti faccio male…?

Lattuga: No, perché io mi trasformo. Se tu non mi mangerai io deperirò diventando secca e marroncina e tornerò nella terra, da cui sono venuta. Se invece tu mi mangi, diventerò una parte di te e le mie cellule entreranno nelle tue. Rimarremo insieme per sempre. Mi hai raccolto, mi hai messa nel cesto, mi hai lavato con l’acqua, mi hai messa nel piatto ed io sono felice di poterti nutrire, di essere fresca e desiderabile poiché questo è il mio compito: essere desiderabile e appetitosa per te!
Allora, forza, ti dico… Mangiami, su!

Clicca qui per scaricare i disegni da colorare e buon divertimento!

Testi di Marinella Canale e disegni di Clorinda Baldi, con il coordinamento editoriale di Enrica Baldi.

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Dove i sentieri si incontrano – Laboratorio di scrittura narrativa

Questo laboratorio è per chi vuole che le proprie esperienze, i propri pensieri e la propria immaginazione lascino una traccia nella memoria degli altri. “Ogni vita merita un romanzo”, affermava Gustav Flaubert. Vero. Ma come raccontarla? Abbiamo la capacità e la lungimiranza di saper guardare le nostre parole con gli occhi degli altri? Quello che io scrivo, l’altro come lo legge? Intende quello che io intendo o vede altro, qualcosa che sfugge a me stessa? Come si arriva a ideare i personaggi, i dialoghi, gli eventi, la trama – là, dove tutto si incontra – svelando i personaggi che avanzano negli avvenimenti?

Scriveremo di noi, della nostra volontà, delle esperienze che più ci hanno segnato e di quelle che avremmo desiderato vivere; scriveremo delle persone che abbiamo conosciuto e di quelle che avremmo voluto incontrare… Leggeremo alcune poesie e ci confronteremo con scrittori di diverse epoche – Cechov, Singer, Dickens, Thackeray, Aramburu, Yanagihara e teorici dell’arte del narrare: Walter Benjamin, Gyorgy Lucas, Elio Vittorini… E vedremo come tutto si snoda tra la fronte, che immagina e ricorda, e le dita che scrivono. Nick Simmons, psicologo della Gestalt, ci aiuterà a non perdere il contatto con noi stessi: nella vita, quante volte ci siamo incontrati senza riconoscerci, direbbe Walter Benjamin!

Gli incontri, a frequenza settimanale e della durata di due ore, avverranno nel mese di maggio, preferibilmente di mercoledì, su Skype e saranno condotti da Enrica Baldi, esperta Montessori e saggista/poetessa, e Nicholas Simmons, psicologo della Gestalt Therapy. I singoli passi saranno svelati incontro dopo incontro: la sorpresa si coniuga bene con l’ispirazione …

Il primo appuntamento per una breve presentazione avverrà venerdì 28 aprile su Skype dalle 18.00 alle 19.00. Per info e prenotazioni scrivere a info@tenera-mente.org o chiamare il 3772766866.

Vi aspettiamo!

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L’orto di Marinella – Dialoghi curiosi: Shiro e il Cavolo

Shiro: Buongiorno, tu chi sei?

Il cavolo sta muto e non risponde perché non ha sentito, tutto racchiuso com’è nel suo vestito.
Bussa il bambino sul suo vestitino verde e raccolto, tutto serrato, quasi incappucciato, oppure viola scuro e profondo, come se fosse un mappamondo…

Shiro: TOC, TOC, TOC… Rispondimi dunque!

Cavolo: Non posso svegliarmi così semplicemente. Devo prima aprire piano piano il cuore alla gente! Ho tante foglie accostate tra loro, una sull’altra, e non riesco a rivelare il mio centro, se non mi raggiungi con il tuo pensiero fino al mio dentro.

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Shiro: Forse la mamma ti deve tagliare con il coltello e allora in una tua metà rintracciare potrà la costruzione del tuo cappuccio su strati di verde sontuosità.

Cavolo: Sono grasso e importante, sono lucido e imponente, peso tanto e mi cucinerai in tante ricette… scegli quella che vorrai finché sazio tu sarai.

Shiro: Ma dimmi, capricci non ne fai?

Cavolo: Qualche volta, credi a me, sono capriccioso più di te. Allora non sono liscio e setoso, ma divento crespo, riccio e tutto rugoso… Le mie foglie accartocciate sono da pieghe tutte increspate, sembro un poco spettinato come un tipo ricercato.

Shiro: E io, in quale forma ti devo preferire?

Cavolo: Impara a conoscermi come tu vuoi, liscio o arruffato sono sempre io, un cavolo serio e un pochino pomposo, rotondo e duro, quasi globoso, un pallone vegetale che non rimbalza e non fa male, che rotola un poco fino al tuo piatto portando un sapore che impregna palato e olfatto…. Poi quando conosciuto mi avrai, di certo tu non mi scorderai e da bambino e da grande mi avrai come compagno nelle pietanze della mensa familiare, nella scuola, durante le vacanze e altrove. Sono ovunque utilizzato e strausato in ogni dove. In Russia, in Africa e perfino in Cina!

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Shiro: Sono d’accordo! Ma per conoscerti meglio ti vorrei pregare almeno una volta di farti sfogliare. Apri dunque una o due foglie per farmi incuriosire e poco a poco farti scoprire, così poi di certo qualcuno ti raccoglierà e in pentola ti metterà.

Cavolo: Nel piatto ad altre vivande  mi avvicinerò per uno scambio di sapore, non dimenticando certo l’odore ma, parola d’onore, ingentilendo il gusto secondo ricette ben collaudate dalla nonna tramandate. Però, prima di proseguire, dalla mamma fatti dire di quando i bambini sotto noi cavoli si facevan trovare al mattino, al risveglio, nei tempi in cui la gente ancora andava nell’orto.

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Testi di Marinella Canale e disegni di Clorinda Baldi, con il coordinamento editoriale di Enrica Baldi.

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