La religione dentro e fuori di noi – Seminario 26 marzo

Cos’è la religione? Cosa è il sentimento religioso e cosa il pensiero sulla religione?
Sono tutte domande cui ogni genitore, ogni insegnante cerca di rispondere guardando i propri figli, i propri allievi.
Posso io insegnare la religione o ci vuole un esperto? Come si insegna la religione ai bambini?
La religione è nella vita o è una dimensione separata? E’ dentro di noi o fuori di noi?
Lasciati a se stessi i bambini scoprirebbero Dio?

In questo secondo seminario, collegato al secondo volume di “Con Montessori e oltre”, alcuni esperti cercheranno di dare un risposta a queste domande, sulla base delle proprie esperienze e dei propri studi.

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Il prof. Furio Pesci, per molti anni educatore nelle comunità di accoglienza e negli istituti penali minorili, è oggi docente di Storia della Pedagogia all’Università “La Sapienza” di Roma. Dedica i suoi studi a Viktor Frankl e a Maria Montessori, affrontando anche il tema della modernità e postmodernità in Zygmunt Bauman, René Girard, Alasdair MacIntyre e Charles Taylor. Per Mondadori Università ha scritto Storia delle idee pedagogiche e Maestri e idee della pedagogia moderna. Presiede il Comitato scientifico di “tenera mente”.

Antonello Colimberti, antropologo del suono e del gesto, esperto di iconografia cristiana, ha  dedicato molti dei suoi studi a Marcel Jousse, gesuita e antropologo francese che ha elaborato un pensiero molto originale sul bambino e la sua educazione. Su questa figura ha scritto un saggio per il secondo volume di “Con Montessori e oltre”. Si dedica inoltre ad analizzare come tradizioni arcaiche e/o etniche incontrino forme di sperimentazione contemporanea e, oltre ad aver curato numerosi volumi, ha pubblicato la raccolta di saggi Metafisica sperimentale delle arti, Tradizione perduta e ritrovata. È direttore editoriale delle riviste “Altrove” e “Almanacco Scientifico Simmetria”; insegna all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila e collabora con la Rai.

Anita Baruchello, psicologa e logopedista, lavora dal 1976 come psicoterapeuta con bambini e adolescenti sofferenti per difficoltà psicologiche e disturbi del linguaggio, dell’apprendimento e dell’attenzione. Formata al Metodo Verbotonale per la rieducazione dei bambini sordi, ha studiato danza classica, moderna e improvvisazione. Su incarico di Maria Fux ha condotto gruppi di Danzaterapia a Roma e Novi Ligure e ha collaborato come logopedista con il Centro culturale “Sishu Bhavan” di Roma per il progresso scolastico di minori extracomunitari.

Benedetta Novelli, laureata in Scienze dell’Educazione e Formazione con tesi sulla Pedagogia riparatrice di Maria Montessori, leggerà e commenterà alcuni brani particolarmente significativi di “Il segreto dell’infanzia”, testo di Maria Montessori di fondamentale importanza per la comprensione e la conoscenza del bambino, indicato come l’eterno Messia che sempre ritorna per riportare gli adulti alla vita.

Per le modalità di iscrizione e pagamento si prega di chiamare il 3772766866 o scrivere a info@tenera-mente.org
C/C bancario Banca Popolare Etica IBAN: IT 94 S 05018 03200 000000130467 intestato a “tenera mente”, Viale Eritrea, 91 – 00199 Roma.

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La danza, l’individuo e i popoli – Seminario 26 febbraio

I seminari “Montessori e oltre” per l’anno 2022

I seminari 2021 di “tenera mente”

La danza, l’individuo e i popoli – Seminario 26 febbraio

Il primo seminario del 2022 che accompagna l’uscita del secondo volume di “Con Montessori e oltre” è dedicato alla danza, una delle prime manifestazioni dell’umanità.

Gli animali non danzano: s’inseguono, saltano, giocano, si rotolano per terra, avanzano insieme con ottimo coordinamento motorio… ma non danzano. Tuttavia, è proprio nella parte animale dell’essere umano che nasce la danza come manifestazione spontanea: è la vitalità dell’animale ad animare l’essere umano e a rendere la danza una manifestazione pura della vita, in cui il coordinamento motorio individuale e collettivo si vanno via via perfezionando secondo uno schema del movimento nello spazio: la coreografia, che a quel coordinamento motorio dà anche un senso rappresentativo e/o narrativo.

La mente agisce sui corpi per costruire quella particolare forma di armonia collettiva che è la danza tradizionale. Ogni tipo di mente produce una particolare qualità di movimento, che è data da come il sistema muscolare dialoga col mondo esterno; quel sistema muscolare che Montessori chiama il Grande Principe e che contrappone al Pastore, il sistema neurovegetativo, in cui risiedono le emozioni più immediate. E’ attraverso i muscoli che l’essere umano mette in atto la sua volontà nel mondo e il problema nasce quando il Grande Principe viene sottomesso al Pastore.

Affermava Carla Fracci: La danza significa esprimere i sentimenti per mezzo di una dura disciplina dei muscoli.
A lei controbatte Martha Graham: A nessuno importa se non sei bravo nella danza. Solo alzati e danza!
Entrambe avevano ragione.

Nelle danze tradizionali, in cui il maschile e il femminile dialogano tra loro a configurare tutta la complessità dell’essere umano, i movimenti si caratterizzano per un’estrema fluidità nelle donne e un’estrema agilità negli uomini ed entrambe le qualità confluiscono nell’anima di chi guarda come apertura mentale e capacità di vivere dimensioni diverse. Ancor più quando alla danza si accompagna il canto.

Nel seminario del 26 febbraio vedremo la danza sia come confronto e integrazione fra culture diverse, mantenendo l’unicità di ciascuna, sia come strumento per favorire lo sviluppo dell’essere umano armonizzando il corpo, l’energia e la mente; la dimensione corale della danza rappresenta lo strumento e il simbolo dell’interazione sociale tra gli individui. Vedremo infine come la danza sia importante per perpetuare una cultura: la memoria di un popolo e dei suoi valori si consolida anche nei suoi movimenti.

Riteniamo che fin dal nido educatrici ed educatori dovrebbero sapersi muovere con libertà e senza passi convenuti su una musica vivace e allegra, come ci ha insegnato suor Carolina Gomez del Valle, promotrice di una danza libera per i bambini del nido. A conclusione del seminario cercheremo di individuare i soggetti e il percorso per arrivare a questo.

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Interverranno: 

Anita Baruchellologopedista e psicologa dell’età evolutiva. Inizia i primi passi accompagnati dalla musica a soli due anni e mezzo nella Casa dei Bambini di Palazzo Taverna a Roma e intraprende un percorso di danza ininterrotto che la conduce nel 1976 alla Danza terapia di Maria Fux, con cui collabora fino al 1982 per diffondere a Roma il suo metodo. Fino al 1986 conduce anche laboratori in proprio.

Adriana Dal Borgo, psicologa e formatrice, descriverà la Danza del Vajra, una danza meditativa, e le Gioiose Danze Khaita che ha appreso direttamente dal Prof. Chögyal Namkhai Norbu, docente di cultura tibetana all’Università di studi orientali di Napoli, da cui ricevette l’incarico di insegnarle per acquisire consapevolezza e armonizzare l’energia attraverso il suono e il movimento. Ha curato diverse pubblicazioni e video/audio che approfondiscono i diversi aspetti delle danze. Dirige corsi ed eventi di Khaita, con spettacoli e workshop in diversi paesi.

Laura Ephrikian, attrice, decoratrice e scrittrice, autrice di “Una famiglia Armena”, insignita recentemente del “Premio Puglisi” per l’aiuto prestato ai più poveri e del “Premio Coraggio Emanuela Loi” per aver soccorso popoli africani sfidando la pandemia, ci parlerà della cultura Armena, a commento delle danze presentate nel saggio di Kegham J. Boloyan dedicato alla danza armena.

Maria Donatella Maiellaro, laureata in pianoforte, insegnante di scuola primaria e appassionata di danze balcaniche, ci mostrerà come nei Balcani la danza sia un importante elemento di identità culturale, suggerendo anche come proporre nelle scuole italiane le danze etniche quali occasione di sviluppo della personalità degli alunni sotto l’aspetto corporeo, emotivo, sociale e culturale.

Pierpaolo De Giorgi, filosofo, etnomusicologo e musicista, tramite video e immagini delle pitture vascolari della Grecia antica ci riporterà in Italia, nel Sud del tarantismo e della pizzica pizzica, di cui rintraccia le radici nelle danze dionisiache e nel rapporto armonico dell’essere umano con le vibrazioni dell’Universo.

Partecipano inoltre:

Alessandra Bernocco, laureata in filosofia, giornalista, critica di  teatro e di danza, che ama in tutte le sue forme. Collabora con varie testate cartacee e on line e ha il blog verbamanent. Tra i suoi scritti, “Suite Bohémien (Pagine sparse sparse da un B&B)”, “Bip. ll rumore del tempo sospeso”. Sul suo canale YouTube sono registrati alcuni brani letti da amici attori.

Maria Elisa Buccella, giornalista, ha collaborato con varie testate italiane e con DanceMagazine, edita a New York, di cui è stata a lungo corrispondente. In Rai è stata anche tra i responsabili della Nightline di Televideo e Vice Capo Redattore del Desk. Si è sempre occupata di arti dal vivo concorrendo alla realizzazione di programmi di musica, danza e prosa.

Per le modalità di iscrizione e pagamento si prega di chiamare il 3772766866 o scrivere a info@tenera-mente.org
C/C bancario Banca Popolare Etica IBAN: IT 94 S 05018 03200 000000130467 intestato a “tenera mente”, Viale Eritrea, 91 – 00199 Roma.

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La “pedagogia sociale” di Charles Dickens

Nell’anno 1812 nasce il 7 febbraio Charles Dickens che, nell’arco della vita, ebbe a scrivere romanzi che si rivolgono alla “pedagogia sociale”, oltre che personale e individuale, come dai titoli dei suoi scritti, tutti dedicati a figure infantili e giovanili; caratteristiche individuali che si collegavano a livello sistemico con quelle che erano le caratteristiche collettive e sociali delle nazioni e degli stati europei in formazione; legate anche alla precarietà del cibo, alla necessità del lavoro per ognuno e, da ciò, anche alla paga e alla ricompensa pecuniaria che permetteva la sopravvivenza.

In questo senso la sua scrittura si dipana nell’ambito sociale, in particolare come guida di pedagogia e psicologia sociale, nel solco parallelo dell’emergere nella Chiesa delle figure dei cosiddetti “santi sociali”, quali San Giovanni Bosco, Don Cafasso e altri, a sua immagine… fino ad arrivare anche a Don Luigi Orione; tutte figure ecclesiali, indottrinate religiosamente, ma anche aperte ai bisogni degli umili, dei poveri, dei bisognosi, così come la figura di Charles Dickens. La spiritualità non è più una monade individualistica, che è roccaforte a se stessa, ma diventa una accoglienza semplice di carità, di amore, di normalità, che apre all’insegnamento, all’acculturamento, all’istruzione scolastica giovanile e, poi, superiore; anche universitaria.

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Charles Dickens si può considerare come un grande pedagogo e anche uno psicologo di prima impronta personalistica, poiché dai suoi libri fa emergere figure indimenticabili ma vere, a specchio di un’epoca, quella ottocentesca, che andava ad aprirsi alla successiva modernità del Novecento con le sue realtà susseguenti, industriali e infine belliche e post belliche. Charles Dickens per primo volge lo sguardo ai bambini reietti, abbandonati, non considerati, bisognosi; e il suo è uno sguardo di pietà, ma anche di durezza sociale verso la realtà che li ignora e nello stesso tempo ne è la concausa per l’esistere disagiato e povero, privo di ogni necessario provvedimento per l’esistere e la sopravvivenza. Lo scrittore punta l’indice sulla necessità della carità, in particolare verso la cosiddetta prima e seconda infanzia, che poi diviene adolescenza e giovinezza, fino a permettere al lettore l’accesso all’età adulta, che forma gli uomini e le donne.

Tra l’Ottocento e il Novecento si delineano in parallelo due diversi tipi di pedagogia e psicologia che vanno a formare  la nuova scienza della neuropsichiatria e psicologia infantile. I suoi romanzi sono un progetto esplicativo ed educativo nel loro insieme, che forma un vero corpus socio-pedagogico in parallelo con la “santità sociale”, che si apre  in Europa nel nome di Dio, ma soprattutto nel nome del bisogno, della carità come necessaria, come comprensione verso quell’ognuno/a che tutti siamo e rappresentiamo.

E per nostra fortuna i suoi romanzi sono stati trasmessi non solo su carta stampata, ma anche al cinema e in TV, in fiction indimenticabili, che io stessa ricordo.

Marinella Canale

 

FILM

Charles Dickens, i film tratti dalle sue opere: da A Christmas Carol a Oliver Twist.

FICTION TV

“David Copperfield”, sceneggiato diretto da Anton Giulio Majano (1912-1994)

Il Circolo Pickwick”, miniserie televisiva diretta da Ugo Gregoretti (1968)

 

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