Giovanni Pascoli
Perché Pascoli piace ai bambini, malgrado nelle sue poesie affiorino così spesso il dolore, la perdita, la malinconia, mentre siamo abituati a pensare che tutto per i bambini debba essere gaio e gioioso?
Forse perché i bambini non trovano ascolto ai loro dispiaceri, alle loro perdite, al loro dolore. E parla della vita che tutti viviamo, da quando ci alziamo al mattino a quando ci corichiamo la sera, nella vita famigliare e nel lavoro, annotando le scoperte, i ricordi e i pensieri più intimi. I bambini amano anche la sua prossimità con la natura e i suoi suoni: i diversi linguaggi degli animali, il fruscio del vento nell’erba, l’acqua che scorre… E anche perché Pascoli è un poeta che si esprime senza predeterminazione in versi accurati, a volte semplici a volte no, usando forme innovatrici e vocaboli a volte comuni, a volte inconsueti.
Scrive Nicola Fusco (www.atuttascuola.it):
“Il modo nuovo di percepire il reale si traduce in Pascoli in soluzioni formali innovative:
• la sintassi: la coordinazione prevale sulla subordinazione in modo che la struttura sintattica si frantuma in brevi frasi, spesso collegate non da congiunzioni, ma per asindeto; non esiste più gerarchia tra le parole, tutte hanno lo stesso valore, sta al poeta caricarle di significato;
• il lessico: Pascoli non usa un lessico “normale”, mescola tra loro codici linguistici diversi; troviamo termini aulici e preziosi della lingua dotta, termini gergali e dialettali che si riferiscono alla realtà campestre, termini dimessi e quotidiani e parole provenienti da lingue straniere;
• onomatopea: sono in prevalenza riproduzioni onomatopeiche di versi d’uccelli, o di suoni di campane, che in Pascoli si caricano di intenso valore simbolico. Queste onomatopee non mirano a una riproduzione naturalistica, ma indicano un’esigenza di aderire all’oggetto, di entrare nella sua essenza segreta evitando le meditazioni del pensiero e delle parole;
• metrica: è apparentemente tradizionale, usa i versi più consueti della poesia italiana, ma in realtà questi materiali sono piegati dal poeta in direzioni personali;
• verso frantumato: il verso è di regola frantumato al suo interno, interrotto da numerose pause, segnate da parentesi, puntini di sospensione;
• linguaggio analogico: il meccanismo è quello della metafora, la sostituzione del termine proprio con uno figurato, che ha con il primo un rapporto di somiglianza. Ma l’analogia di Pascoli accosta in modo impensato e sorprendente due realtà tra loro remote.”
Ai bambini tutto questo piace e li diverte.
Ci accomiatiamo da Giovanni Pascoli nel giorno dell’anniversario della sua nascita (31 dicembre 1855), ringraziando Paolo Poli per averne risvegliato il ricordo col suo spettacolo “Aquiloni”.
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