Si getta sotto il treno per un 4 in matematica

Al centro di questa storia c’è un ragazzo di quindici anni che già vorrebbe essere uomo. Che si sogna biologo, come qualcuno in famiglia – dicono – lo avrebbe voluto. Ma poi deve fare i conti con la sua età. È educato, gentile, taciturno. Fin troppo. Lo vede così, composto e determinato, cortese e fin troppo arrendevole la donna che alle 15 nota quello spilungone con lo zaino sulle spalle camminare sui binari della ferrovia, tra Moncalieri e Nichelino. «Vai via di lì, ti farai male» si sgola una veterinaria dalla rete del giardino. «Si grazie» risponde. Si sposta. Passa un treno. «Ma vado per la mia strada».

Già la sua strada. Flavio Sprocati, 15 anni, l’aveva decisa e chissà da quanto tempo. Finiva duecento metri più su, dove i binari si perdono tra campi e orti urbani. Erano le 15,45. Flavio s’è sfilato lo zainetto giallo a righe colorate e l’ha appoggiato a un traliccio. Come per non sciuparle ha ripiegato sopra il giubbotto blu, la felpa nera e grigia. Poi s’è seduto sulle pietre. Lì non lo poteva vedere nessuno. Neanche il macchinista del Pinerolo – Torino, che in quel tratto di ferrovia deve guidare il suo gigante d’acciaio a non più di 60 all’ora. «È saltato fuori dai cespugli quando ormai il treno era a pochi metri da lui» racconterà più tardi agli agenti della Ferroviaria che lo interrogano. Tirare la rapida. Inchiodare. Ha fatto tutto. Tutto inutile. Poi lì, in quello zainetto, i poliziotti trovano la risposta a questa storia. Nel diario della scuola c’è un brutto voto: un 4 e mezzo di matematica. Ecco forse la spiegazione è tutta lì, in quel voto.

“Prende un 4 in matematica
e si lancia sotto il treno”, Lodovico Poletto, La Stampa, 13 aprile 2012

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