Leggere con Marinella: il bambino 23

In occasione della giornata mondiale del libro vogliamo inaugurare proprio oggi questa nuova rubrica “Leggere con Marinella” dedicata alle recensioni di alcuni libri che vi suggeriamo di leggere con noi.

Il bambino 23. La storia e i sogni di Brando

Il numero assegnato a questo bambino per esserne il portatore, è solo quello di una rara malattia eredito-genetica a carattere familiare, di cui conosciamo pochissimo: sono 23 le persone che ne sono affette nel mondo. Narrata dal padre, un boxeur di prima e buona categoria, divenuto giornalista sportivo professionista, la narrazione si incentra su quella che va ad essere la vita della famiglia, già rallegrata da un primogenito maschio, dopo la nascita di questo fratello, che però risulta parzialmente… “inutile” nel suo vivere e di conseguenza poi handicappato.

Nel bambino numero 23, non percepito come tale all’inizio della sua vita da secondogenito, i genitori si attendono un percorso neonatale e poi di prima infanzia del tutto simile al primogenito, con le giuste tappe sia psicomotorie che neuromotorie normali, e i vari adeguamenti di crescita e sviluppo. Ma non sarà così, perché la sindrome eredo-generativa esploderà dopo i primi mesi di vita, porterà ritardo, convulsioni, sfinimento e varie sequele sanitarie a latere, come febbre, difficoltà di alimentazione, di accrescimento e di sviluppo.

Il padre autore del libro chiamerà questa sindrome eredo-neuro-degenerativa come la “bestia”, per raggruppare nel termine tutta la violenza del suo esordio, anche temporale, la capacità di aggressione verso l’inerme bambino e la potenza dello squassamento che eserciterà su di loro come genitori, mentre solo al fratellino primogenito la situazione sembrerà sopportabile con pazienza, dedizione e affetto nei confronti del secondogenito, da lui ritenuto e sentito come incolpevole. Tra questi due dilemmi la disperazione dei genitori e la quasi simbolica accettazione del pathos da parte del fratellino, si dirama il racconto del libro, che non offre alternativa… se non quella del destino, come per ogni rara malattia congenita. E’ un duro excursus perché mette di fronte al Fato le figure che più dovrebbero essere amorevoli… i genitori e il fratellino incolpevole, come triade familiare mentre la coppia genitorale di padre e madre risulta la più inadeguata rispetto alla accettazione primaria affettiva del primo figlio, con la sua forza di immedesimazione del suo amore fraterno.

È una storia quasi incredibile, perché il primo bambino ha la forza e la volontà di immedesimarsi nel secondo e nella sua patologia. Commovente, è anche un libro difficile da accettare, poiché non pone alternative… a questo Fato. Prepara però gli esseri umani al destino univoco per ognuno di noi e va letto con consapevolezza e cognitività, anche come preparazione scientifica per soggettivare ed oggettivizzare quella che può essere una malattia rara congenita eredo-familiare, spesso una via senza ritorno. Si pensi ad esempio alla Fibrosi cistica, non ben conosciuta fino al ‘900, ma per cui nel ‘800 vigeva il detto popolare: “Maledetto sia il bambino, la bambina, che sa di sale”, mentre sua madre lo allatta al seno e/o suo padre lo educa e lo fa accrescere… perché buona sia la sua vita, mentre effimero sarà il suo respiro, possibile la sua precoce morte e mai egli potrà generare…

Marinella Canale, neuropsichiatra infantile e dell’età evolutiva

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Titolo:

Il bambino 23. La storia e i sogni di Brando

Autore:

Stefano Buttafuoco

Editore:

Rai Libri

Pubblicazione:

11/2021

Dallo scarabocchio alla scrittura: il metodo Montessori per i bambini stranieri

“L’uomo riflette in sé il Cristo che muore,
e il Cristo che ascende!”
Così per Montessori l’essere umano al momento della nascita.
È questa ascesa che dobbiamo favorire in ogni bambino e oggi lo vediamo, come è importate tutelare l’infanzia. Il bambino – per Montessori – è colui che veramente ama: dal bambino d’amore all’adulto di pace, questo è il percorso che grazie alla sua Pedagogia Scientifica è possibile perseguire. E questo è il nostro impegno nell’inviare a voi tutti i nostri più sinceri auguri per una Pasqua di Resurrezione delle qualità umane e spirituali che ogni bambino in sé racchiude.

In questo seminario “Dallo scarabocchio alla scrittura: il metodo Montessori per i bambini stranieri” dopo i dieci minuti dedicati a uno specifico materiale Montessori – questa volta gli “incastri solidi”- partiremo da una attenta analisi dello scarabocchio – il suo significato e le sue caratteristiche rispetto alla personalità e allo stato emotivo del/la bambino/a – condotta dalla dott.ssa Anna Rita Guaitoli, psicologa e grafologa, specializzata nella lettura del gesto grafico individuale, per proseguire con le attività che Montessori ha previsto per preparare la mano alla scrittura e per l’apprendimento della scrittura e della lettura.
La tragedia della guerra che la Russia ha portato all’Ucraina ci obbliga a ragionare in scienza e coscienza su cosa possiamo fare noi per il benessere dei piccoli profughi ospiti delle nostre scuole. “tenera mente” ha come missione quella di applicare il metodo Montessori per contribuire al benessere psicofisico di bambini che vivono in situazioni di grave disagio e in questa circostanza ne ribadisce la necessità, a partire da quelle attività che permettono al/la bambino/a di conquistare l’autonomia, come abbiamo descritto in questi due articoli: Il bambino in casa: lo sviluppo del movimento e dell’intelligenza e Lavarsi le mani: una metafora del bambino.

Questa è la vita pratica, il primo settore in cui si articola il metodo Montessori: la conquista del coordinamento motorio finalizzato alla soddisfazione dei propri bisogni.

C’è poi il settore dei materiali sensoriali, che conduce al pensiero astratto, e quello del linguaggio: l’avviamento alla scrittura e la scolarizzazione; infine quello della matematica. Ma la cosa più importante di questo metodo è che, mettendo il bambino nelle condizioni di apprendere “da sé”, permette la sua “normalizzazione”, cioè il raggiungimento dello stato fisiologico corrispondente alla fase di sviluppo che sta attraversando in quel momento.

Di più, è proprio questa educazione che conduce alla pace: come ha scritto il prof. Augusto Scocchera, “dal bambino d’amore all’adulto di pace”; in questo modo differenziandosi da ogni altra educazione “alla” pace.

Per realizzare questo percorso di apprendimento e di pace “tenera mente” propone attività che è possibile realizzare anche nelle classi comuni, come ha dimostrato il progetto di “Educazione Cosmica: la Botanica coi materiali Montessori” realizzato nella scuola dell’infanzia di Preturo (AQ), in Abruzzo, e che presto verrà esteso anche a una scuola elementare a L’Aquila.

Per conoscere  queste attività e su quali principi della Pedagogia scientifica di Maria Montessori si basano, vi diamo appuntamento su Skype Sabato 30 aprile dalle 9,30 alle 12 nel Seminario: “Dallo scarabocchio alla scrittura: il metodo Montessori per i bambini stranieri”, in cui analizzeremo disegni, foto e video di bambini al lavoro.

Per le modalità di iscrizione e pagamento si prega di chiamare il 3772766866 o scrivere a info@tenera-mente.org
C/C bancario Banca Popolare Etica IBAN: IT 94 S 05018 03200 000000130467 intestato a “tenera mente”, Viale Eritrea, 91 – 00199 Roma.

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La pedagogia riparatrice di Maria Montessori per il recupero delle disabilità

Rispondendo alla gentile richiesta del prof. Salvatore Impellizzeri, Dirigente dell’Istituto Comprensivo Statale “Italo Calvino” di Catania, giovedì 21 aprile dalle 16,30 alle 18,30 “tenera mente” terrà il seminario La pedagogia riparatrice di Maria Montessori per il recupero delle disabilità” – Prima Parte, in cui verranno mostrati video e foto di alcune attività basate sull’uso dei materiali strutturati Montessori, in grado di migliorare la vita di persone affette da deficienze di vario tipo. Questi materiali sono oggetti scientificamente determinati, empiricamente ideati e costruiti dallo psichiatra francese Gaspard Itard (1774 – 1838) e dal suo allievo Édouard Séguin (1812 – 1880). E’ grazie a loro e ai loro materiali che inizia quella “pedagogia speciale” che con Séguin nella seconda metà dell’Ottocento si espande anche negli Usa.

I primi materiali vennero individuati da Gaspard Itard nella rieducazione di Victor, il “ragazzo selvaggio” dell’Aveyron e a questo trattamento il medico-psichiatra  dedicò il suo libro “Il ragazzo selvaggio”, da cui nel 1969 François Truffaut trasse il film dal medesimo titolo. E’ una lettura affascinante che consigliamo a tutti di fare, così come è appassionante vedere il film: quello di Victor può essere considerato il primo caso di autismo trattato con materiali e metodo scientifici. Da lì altri esperimenti vengono condotti da Séguin nelle scuole per bambini con deficit mentali sia a Parigi sia negli Usa, dove andò a vivere nel 1848, allargando la sua sfera di azione anche ai bambini fisicamente disabili e con deficit sensoriali.

Alla fine dell’800 Maria Montessori vide a Parigi i materiali da lui messi a punto e capì che quella era la strada da perseguire con i bambini “oligofrenici” (mentalmente ritardati) dell’ospedale Santa Maria della Pietà di Roma, in cui vivevano insieme ad adulti dementi. Nell’arco di un anno, nel 1900 quei bambini furono in gradi di sostenere gli esami di ammissione alla prima elementare, a volte conseguendo risultati addirittura superiori a quelli dei bambini “normali”. Si gridò al miracolo e si cominciò a parlare della Dott.ssa Medico, Psichiatra e Antropologa Maria Montessori. Nei dieci anni che intercorrono dalla sua laurea nel 1896 all’apertura della prima Casa dei Bambini di San Lorenzo nel 1907, Maria Montessori praticò quella che oggi chiamiamo “medicina sociale”, curando gli strati più fragili della popolazione e studiandone le malattie, lo stile di vita e l’ambiente in cui vivevano.

Nel suo libro principale “La scoperta del bambino”, che uscì in prima edizione nel 1909 col titolo “Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini” e che nella ultima edizione del 1948 assunse il titolo attuale, Montessori paga il suo tributo a Itard e Séguin e li definisce i maestri di quella “pedagogia riparatrice” che lei stessa persegue. Purtroppo nel corso del tempo i materiali strutturati ideati da Séguin e da Montessori ulteriormente elaborati e adattati alla scuola dell’infanzia e alla scuola elementare, hanno assunto una valenza principalmente didattica, lasciando da parte le proprietà neurologicamente costruttive e gli effetti che ottengono all’interno di un rapporto molto profondo e umanamente qualificato tra l’educatore e l’individuo disabile. Benché Montessori stessa affermi la qualità “riparatrice” della sua pedagogia, nel corso del tempo si è parlato di “pedagogia riparativa” solo riguardo alle carceri minorili, soprattutto riferendosi ai comportamenti da ottenere dai giovani lì ospitati. La “pedagogia riparatrice” di Maria Montessori deriva invece da una profonda conoscenza della fisiologia umana, soprattutto di quella dei soggetti in via di sviluppo, e mira a (ri)stabilirne l’equilibro.

Gli effetti di questi interventi pedagogici basati sul coordinamento motorio del corpo collegato con la volontà, sulla motricità fine delle dita e sul coordinamento oculo-manuale, saranno gli argomenti trattati sia a livello teorico sia a livello pratico dalla dott.ssa Enrica Baldi, esperta Montessori e Presidente di “tenera mente”. Il seminario sarà interattivo e la relatrice cercherà di rispondere in modo preciso ed esauriente alle domande dei partecipanti.

Per le modalità di iscrizione e pagamento si prega di chiamare il 3772766866 o scrivere a info@tenera-mente.org
C/C bancario Banca Popolare Etica IBAN: IT 94 S 05018 03200 000000130467 intestato a “tenera mente”, Viale Eritrea, 91 – 00199 Roma.

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