La mamma e il fuco

A quarant’anni mi sento pronto come un fuco ad avere un figlio, ma mia moglie (33) rimanda da anni perché prima vuole cambiare lavoro e città. Come la convinco che è ora?

E’ molto semplice: dille che la mamma la farai tu. Dille che a quarant’anni non puoi più rimandare. Dille che farai jogging con lei per perdere i chili presi nella gravidanza. Dille che dovrà prendersi solo il congedo obbligatorio e poi sarai tu a lavorare di meno per occuparti del bambino. Dille che lo allatterete con il biberon così ti sveglierai tu nel cuore della notte. E gestirai i rapporti con la pediatra, la baby sitter e la maestra.
Dille che non te le prenderai quando tornerà tardi dall’ufficio o partirà per lavoro lasciandoti da solo, per un’intera notte, con un esserino così fragile e indifeso. Dille che, anche se sarai stanco morto, la sera accetterai di fare l’amore, perfino a costo di fingere un po’. Dille che farai il brodo vegetale, la carne al vapore e le verdure tritate, due volte al giorno per vari mesi. E che, quando tornerete a casa da una passeggiata, darai da bere prima a tuo figlio e poi berrai tu. Dille che lo porterai al parco, lo accompagnerai alle gite scolastiche e resterai sveglio la sera, con gli occhi sbarrati, ad aspettare che torni dalla festa. E dille che, dal momento in cui verrà al mondo, per te verranno prima i suoi bisogni e poi i tuoi.
In poche parole, caro fuco, dille che l’ape operaia la farai tu.

“La mamma e il fuco”, Claudio Rossi Marcello, Internazionale, 21 settembre 2012

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