Il diritto dei bambini al Nobel

Il primo premio Nobel per la Pace venne assegnato, senza troppe cerimonie, nel 1901, dopo un incontro del Parlamento norvegese durato pochi minuti.
I premiati, Jean Henry Dunant e Frederic Passy non erano presenti, niente discorsi, strette di mano di prammatica e via. Ma il mito era nato (…)

Si accenderanno ora ammirate le coscienze dei ragazzi, come quando i premi andarono a Martin Luther King, Nelson Mandela, Madre Teresa, Aung San Suu Kyi, Albert Schweitzer, Tutu, Walesa, Sacharov? (…)
Il Nobel per la Pace è, come tutti gli altri, un premio politico. Grandi scrittori come Borges, Simenon, Celine, Joyce, Fitzgerald, Ionesco, non hanno vinto perché le loro idee o lo stile personale non si confacevano all’idea di «letterato» cara alla giuria (…)

Che fare allora quando manca un vero profeta disarmato, come il pacifista tedesco Carl von Ossietzky, che nel 1936 ottenne il Nobel detenuto nelle carceri naziste, dove morirà due anni dopo, e Hitler si infuriò per la scelta al punto da proibire ai tedeschi di accettare nuovi premi? Meglio andare sui burocrati, Kofi Annan, el Baradei, perfino Sean Mac Bride, autore di un incongruo rapporto per nazionalizzare il giornalismo.

Nel 2013, in verità, una profetessa disarmata c’era, la sedicenne pakistana Malala Yousafzai, condannata a morte e ferita dai talebani perché crede al diritto – sancito dall’Onu – di ogni bambina a scuola ed educazione. È stata una settimana formidabile per le donne, l’economista Yellen a dirigere la Banca Centrale Usa, la Alice Munro Nobel per la letteratura, Malala poteva completare il «triplete» femminile. Ma il presidente del comitato Nobel, il compassato Thorbjørn Jagland, pur chiarendo «che certo, anche un bambino può vincere», ha deciso altrimenti.

“Nobel, cosa cambia se vince una sigla”, Gianni Riotta, La Stampa, 12 ottobre 2013 – www.lastampa.it/2013/10/12/cultura/opinioni/editoriali/nobel-cosa-cambia-se-vince-una-sigla-kUmnmR0r2eyYc3wC4hpigL/pagina.html

Dopo il premio Nobel sfuggitole per pochi voti, la giovane attivista pachistana Malala Yousafzai ha ricevuto oggi il premio Sakharov per la libertà di pensiero, riconoscimento assegnato dall’Unione europea. Il premio le è stato consegnato dal presidente del parlamento europeo Martin Schultz a Strasburgo.

La sedicenne pachistana – scampata a un tentativo di omicidio da parte di militanti talebani, per essersi opposta al divieto di andare a scuola – ha rivolto agli europarlamentari un appello a dare «una penna e un libro» ai milioni di bambini cui è negato il diritto all’istruzione.

“Malala Yousafzai riceve il premio Sakharov per la libertà di pensiero”, Europa, 20 novembre 2013 – www.europaquotidiano.it/2013/11/20/malala-yousafzai-riceve-il-premio-sakharov-per-la-liberta-di-pensiero/

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