Il Carnevale nell’Educazione Cosmica

Nella Casa dei Bambini della scuola “Munari” a Roma, in via Angelo Mauri – proprio sopra Val Melaina – la maestra Rosita Gallinella dedica da sempre una particolare cura all’Educazione Cosmica, che Maria Montessori considerava la principale finalità del suo processo educativo.

Educazione Cosmica è permettere al bambino, alla bambina, di percepire se stesso come correlato al mondo della natura, vivente e no, con un grado crescente di consapevolezza e di strumenti di conoscenza.

In questo processo a cerchi sempre più ampi rientra anche la cultura che caratterizza ciascun popolo, ciascuna nazione.

Così, a Carnevale, il normale esercizio della geografia si arricchisce delle Maschere dell’antica Commedia dell’Arte italiana, quella che sta alla base del teatro europeo.

Dal globo che diventa planisfero, dal planisfero a incastri ai cassetti della geografia, la bambina, il bambino apprendono non solo a conoscere il pianeta su cui vivono, ma anche – a modo loro – a ricrearlo (Maria Montessori e l’educazione cosmica).

Toccano il globo liscio-ruvido dei mari e della terra; osservano con attenzione il globo colorato dei continenti; capiscono che – una volta spaccato a metà sull’asse verticale e premuto contro la superficie del tavolo – il globo diventa il planisfero: quello liscio-ruvido del primo globo, quello dei continenti colorati del secondo. E quest’ultimo diventa un planisfero a incastri: ciascun continente non solo ha un colore, ma è anche un incastro che si può togliere e rimettere, magari dopo averne disegnata la forma su un foglio e averla colorata dello medesimo colore… E nel mobile della geografia la bambina, il bambino, scopre che ad ogni cassetto corrisponde un continente e ogni continente è fatto di diverse nazioni… e che in Europa c’è l’Italia. L’Italia dove lei o lui sono in quel momento: in quella regione colorata che si chiama Lazio, in quella città capoluogo che si chiama Roma.

Nella Casa dei Bambini della maestra Rosita ogni bambino, ogni bambina, fin dalla più tenera età, cerca di rappresentarsi l’Italia, ispirandosi ai disegni dei compagni e delle compagne più grandi o osservando le immagini appese ai muri della classe. Poi, su disegni predisposti, colora il mare e le montagne, distingue il Nord, il Centro, il Sud, le regioni… e a tutto ciò dà un nome. Il nome dei mari, il nome delle regioni e quello dei capoluoghi.

E, a Carnevale, arrivano le maschere! Arlecchino in Lombardia, a Bergamo; Colombina in Veneto, a Venezia; il dottore Balanzone in Emilia, a Bologna; Pulcinella in Campania, a Napoli… E così via lungo tutto lo stivale.

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