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Con la morte di Papa Francesco è caduto l’ultimo baluardo dei valori umani. La sua voce è arrivata dappertutto: nelle case reali d’Europa e tra i nativi americani o gli aborigeni australiani, in Africa e in Asia.
Pace, giustizia, rispetto e compassione sono i valori su cui si basa la pedagogia di Maria Montessori, che nel Novecento ha rivoluzionato la relazione adulto-bambino. Cominciò a formularla nel 1907, nella piccola Casa dei Bambini di San Lorenzo, per completarla nel 1945 in India.
È una pedagogia che ha attraversato due guerre mondiali, durante le quali si è precisata come pedagogia riparatrice, con lo sguardo della dottoressa Montessori sempre rivolto al bambino e alle forme della sua sofferenza. Non si trattava tanto di apprendere nozioni, quanto di sviluppare il potenziale umano per formare quell’uomo nuovo che gestirà il pianeta secondo Giustizia e Amore.
Sembra che oggi ci siamo allontanati da questo obiettivo e che siamo sull’orlo di una terza guerra mondiale, non più “a pezzi”, come l’ha definita Francesco, ma una guerra che rischia di coinvolgere l’intero pianeta. Quindi: Pace, Rispetto, Compassione e Giustizia, ma anche Amore per il Creato.
Anche in questo la visione di Montessori s’incontra con quella di Francesco: nell’enciclica Laudato si’ sono presenti tutti i fondamenti su cui poggia quell’Educazione Cosmica che Maria Montessori mise a punto in India; prima che conosciuto e nominato il Cosmo va amato come essere vivente, a partire dalla terra su cui camminiamo e da tutto quello che essa produce. Non c’è amore tra gli uomini se non c’è amore per le rocce, le foglie e gli animali che popolano il pianeta. Come ha scritto suo figlio, Mario Montessori, “Fu il destino a portare la dottoressa Montessori in India, ma fu Dio che ve la fece restare.”
Prima neuropsichiatra infantile della storia, quando ancora questi termini non erano in uso, e prima neuropsichiatra infantile transculturale, fin dal 1910 la Dottoressa dichiarò che la sua missione era proteggere tutti i bambini, indipendentemente dalla razza, dal colore, dalla nazione, dal ceto sociale. E, fin dal 1910, iniziò lei stessa a portare la sua pedagogia in altri paesi dell’Europa prima, dell’America poi. Dopo l’India sarebbe voluta andare in Africa, per aiutare i bambini africani come aveva fatto con i bambini indiani, ma morì con l’Atlante in mano.
E, dopo la sua morte, per uno spontaneo processo di diffusione, la sua pedagogia si è estesa a tutte le popolazioni del mondo. Capita, a chi viaggia, di trovare nel cuore della giungla o su una montagna isolata, una capanna o una piccola costruzione in mattoni, sulla cui porta campeggia la scritta: “Scuola Montessori”.
La missione di “tenera mente” è quella estendere la pedagogia riparatrice di Maria Montessori a nazioni e settori di popolazione in cui questo metodo non sia ancora conosciuto o adottato. Vi chiediamo perciò di attribuirci il vostro 5 per mille nella dichiarazione dei redditi del 2025. Oggi più che mai il mondo ha bisogno della sua pedagogia riparatrice.
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