Maria Montessori e la pedagogia riparatrice

Maria Montessori qualifica come “pedagogia riparatrice” la sua pedagogia scientifica, che ha mutuato dallo psichiatra francese Gaspard Itard (17741838) e dal suo allievo e collaboratore Édouard Séguin (1812–1880), come lei medici e psichiatri, che furono i primi a ideare e praticare uno specifico trattamento per gli individui affetti da deficit mentali e motori.

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Molti dei materiali sensoriali che vediamo oggi nelle Case dei bambini Montessori sono stati messi a punto da loro. Sotto, le foto di uno dei materiali più preziosi: le tavole del Séguin, per imparare a contare le decine e i numeri da 10 a 99.

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Così scrive a questo proposito Maria Montessori:

Un giorno una delle mie maestre nell’istituto dei minorati mentali mi fece leggere una profezia di Ezechiele che le aveva fatto una profonda impressione, perché le sembrò la profezia dell’educazione dei minorati: «In quei giorni fu sopra me la mano del Signore e mi menò fuori e mi posò in mezzo al campo, che era pieno di ossa, e mi fece girare intorno ad esso e disse a me: «Figliol dell’uomo, pensi tu che queste cose stiano per riavere la vita?” Ed io dissi: “Signore Dio, tu lo sai. “Ed ei disse a me: “Profetizza sopra queste ossa e dirai loro: ossa aride, udite la parola del Signore: io infonderò in voi lo spirito e avrete vita. E farò sopra di voi nascere i nervi, e sopra di voi stenderò la pelle; darò a voi lo spirito, e vivrete”. Io profetai com’ei mi aveva ordinato e nel mentre che io profetavo, udissi uno strepito, ed ecco un movimento, e si accostarono ossa a ossa, ciascuno alla propria giuntura. E mirai, ed ecco sopra di esse vennero i nervi e le carni, e si distese sopra di esse la pelle, ma non avevano spirito. Ed ei disse a me: “Profetizza allo spirito, profetizza, figliol dell’uomo. Dai quattro venti, vieni, o spirito, e soffia sopra questi morti”. Profetai com’egli mi aveva comandato ed entrò in quelli lo spirito, e riebbero vita e si stettero sui piedi loro, e dissero: “È perita la vostra speranza: noi siamo come rami troncati”.»

E infatti le parole sembrano riferirsi all’opera diretta individuale del maestro che incoraggia, chiama, aiuta l’allievo e lo prepara all’educazione.

E il resto: «sopra voi farò nascere i nervi e farò crescere le carni e sopra di voi stenderò la pelle» ricordano la frase fondamentale che riassume il metodo del Séguin: «condurre il fanciullo come per la mano dall’educazione del sistema muscolare a quello del sistema nervoso e dei sensi», con il che Séguin insegna agli idioti a camminare, a mantenere l’equilibrio nelle mosse più difficili del corpo, come montar le scale, saltare ecc.; e infine a sentire principiando dall’educazione delle sensazioni muscolari, tattili e termiche e arrivando sino all’educazione dei sensi specifici. Ma essi sono semplicemente resi adatti alla vita vegetativa. «Profetizza lo spirito» dice la profezia, « e rientrò in quelli lo spirito e riebbero vita». Il Séguin infatti conduce l’idiota dalla vita vegetativa a quella di relazione «dall’educazione dei sensi alle nozioni, dalle nozioni alle idee, dalle idee alla moralità». Ma quando un così mirabile lavoro è compiuto e per mezzo di un’analisi fisiologica minuziosa e di una progressione graduale del metodo l’idiota è divenuto un uomo, egli sarà pur sempre un inferiore fra gli altri uomini, un individuo che non potrà mai adattarsi all’ambiente sociale: «Noi siamo come rami troncati: è perita la nostra speranza».

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Il principio che l’insegnante deve sottoporsi a una particolare preparazione che tocca il suo sentimento e non consiste soltanto in uno studio intellettuale; e ancora, che l’educazione è fondamentalmente «un contatto di anime» e che l’insegnante deve sentire «rispetto e simpatia» per i bambini che educa, è il contributo caratteristico di Pestalozzi alle sue scuole. Comunque, questo è soltanto un primo passo essenziale al fine del risveglio dell’anima del bambino. Poi, l’attività del bambino deve trovare i mezzi (scientifici, in questo caso) che conducono allo sviluppo. Questa seconda parte è il contributo della pedagogia scientifica.

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Ecco perché noi oggi affermiamo, in virtù della nostra esperienza, che il maestro è il tratto d’unione tra il bambino – turbato, addormentato e represso – e l’ambiente educativo preparato alla sua attività. Molto spesso questo contatto tra il bambino e l’ambiente non si può stabilire a meno che egli non venga prima liberato dal peso di una precedente repressione e delle sue fatali conseguenze. In tal caso occorre iniziare un processo di guarigione, o, come noi diciamo, di normalizzazione, prima che si possano offrire al bambino i mezzi di sviluppo. Molti dei nostri insegnanti ebbero gravi delusioni per essere loro mancato il successo, poiché essi iniziarono la loro opera come se questo processo avessi avuto luogo, e trascurarono la necessità di questa messa. Anche per questo il faticoso metodo Séguin fu lasciato in disparte: l’enorme sciupìo di mezzi non poteva giustificare l’esiguità del fine.
Tutti lo ripetevano: troppo c’era ancora da fare per i fanciulli normali.

 

Maria Montessori, La scoperta del bambino, pagg. 30- 31, Garzanti 1999

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