Edna Gladney e i diritti dell’infanzia

Edna Gladney (1886 – 1961) è stata una delle prime donne a battersi per i diritti dei bambini. In Texas creò insieme al marito Samuel una casa in cui accogliere bambini che vivevano in condizioni miserevoli, per lo più orfani o nati fuori del matrimonio. E di loro si occupò non solo nutrendoli e educandoli con affetto, ma anche prodigandosi affinché ciascuno venisse adottato dalla famiglia a lui o a lei più adatta in termini non solo etici, ma anche psicologici e caratteriali.

Nel 1936 Edna condusse la sua prima, grande battaglia, e il Texas fu il primo stato ad abolire la dicitura “figlio illegittimo” dal certificato di nascita. Non esistono figli illegittimi – sosteneva Edna – ma solo genitori illegittimi!

E nel 1951 vinse la seconda grande battaglia: ai figli adottivi lo Stato del Texas riconobbe gli stessi diritti ad ereditare che attribuiva ai figli naturali nati nel matrimonio.

Nel 1927 Edna Gladney era diventata superintendente della “Casa dei bambini del Texas”, l’orfanotrofio di Stato; e ricoprì questo incarico per 33 anni. Quando acquistò il locale ospedale per la maternità, nel 1950 questa istituzione mutò il suo nome in “Casa di Edna Gladney”, nota anche come “Centro Gladney per le adozioni”. Nel 1957 l’Università Cristiana del Texas le attribuì la laurea ad honorem e, per quanto gravemente malata, Edna lavorò ai progetti della sua Casa fino alla morte, avvenuta nel 1961.

Il “Centro Gladney per le adozioni” continuò le sue attività ed è tuttora operante.

La storia di Edna è stata raccontata da Mervyn LeRoy nel bel film “Fiori nella polvere”, con Greer Garson nel ruolo di Edna e Walter Pidgeon nel ruolo di suo marito Samuel.

“La predicazione in favore del bambino deve far permanere l’attitudine di accusa verso l’adulto: accusa senza remissione, senza eccezione.

Ed ecco ad un tratto l’accusa divenire un centro di interesse affascinante. Poiché essa non denuncia degli errori involontari, ciò che sarebbe umiliante, indicando una manchevolezza, una diminuzione. Denuncia degli errori inconsci: e perciò ingrandisce, conduce alla scoperta di se stessi. E ogni ingrandimento vero viene dalla scoperta, dalla utilizzazione dell’ignoto. (…) Ogni individuo è offeso dall’errore conscio, ed è attratto e affascinato dall’errore ignoto. Perché l’errore ignoto contiene il segreto del perfezionamento al di là dei limiti conosciuti e ambiti, ed eleva in un campo superiore.”

Maria Montessori, Il segreto dell’infanzia, Garzanti, pag. 12

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