Intelletto d’amore

Maria Montessori

“La realizzazione di se stesso si effettua nel bambino attraverso l’amore.
Può infatti considerarsi come un amore per l’ambiente quell’impulso irresistibile che nel corso dei “periodi sensibili” unisce il bambino alle cose. Non si tratta del concetto che si ha comunemente dell’amore, indicando con tale parola un sentimento emotivo: è un amore d’intelligenza, che vede, osserva, e amando costruisce. Quell’ispirazione che spinge i bambini a osservare si potrebbe chiamare, con un’espressione dantesca, “intelletto d’amore”.

La capacità d’osservare in modo vivace e minuzioso quei tratti dell’ambiente che, per noi adulti, già privi d’animazione, sono del tutto insignificanti, è certamente una forma d’amore. Non è forse caratteristica dell’amore la sensibilità che ci fa notare in un essere cose non viste dagli altri, e registrare particolarità che gli altri non sanno apprezzare e scoprire qualità speciali che sembrano occulte e che solo l’amore può rivelare? L’intelligenza del bambino, poiché egli osserva con amore, e mai con indifferenza, gli rivela l’invisibile. Quest’assorbimento attivo, ardente, minuzioso e costante nell’amore è una caratteristica dell’infanzia.
L’amore nel bambino è ancora privo di contrasti: egli ama perché assimila, perché la natura gli ordina di fare così. Ed egli assorbe ciò che coglie, per farlo parte della sua stessa vita e alimentarne se stesso.
Nell’ambiente, l’oggetto dell’amore è specialmente l’adulto; da lui il bambino riceve gli oggetti e gli aiuti materiali, e da lui prende, con intenso amore, ciò che gli necessita per la propria formazione. L’adulto è per lui un essere venerabile, dalle cui labbra, come da una fonte inestinguibile, escono le parole che gli serviranno per costruire il linguaggio e gli saranno da guida. Le parole dell’adulto agiscono nel bambino come stimoli soprannaturali.
E l’adulto, con le sue azioni, addita al bambino, uscito dal nulla, come si muovono gli uomini: imitarlo significa per il bambino entrare nella vita. Le parole e gli atti dell’adulto lo incantano e lo affascinano fino a penetrare in lui come una suggestione. Perciò il bambino è estremamente sensibile di fronte all’adulto, fino a permettere che l’adulto viva ed agisca in lui stesso. Quello che l’adulto gli dice rimane inciso nella sua mente come se uno scalpello lo avesse impresso nel marmo. Pertanto l’adulto dovrebbe valutare e pesare tutte le parole che pronuncia davanti ai bambini, perché essi hanno sete d’imparare e di accumulare amore.
Di fronte all’adulto il bambino è disposto all’obbedienza fino alle radici dello spirito. Ma quando l’adulto gli chiede che egli rinunci, in favor suo, al comando del motore che sospinge la creatura secondo norme e leggi inalterabili, il bambino non può obbedire. Sarebbe come pretendere di fargli interrompere lo spuntare dei denti durante la dentizione. In natura è come se una rana chiedesse al nero girino di assumere il proprio colore verde o lo obbligasse a respirare coi polmoni prima del tempo imposto dalla natura; o come se una farfalla rompesse il bozzolo della sua ninfa per invitarla a volare.

E’ necessario riflettere che il bambino desidera obbedire e che ama. Il bambino ama l’adulto sopra ogni cosa, mentre al contrario si è soliti dire: “Quanto è amato il bambino dai genitori!” Si dice anche dei maestri: “Quanto sono amati i bambini dai maestri!”. Si sostiene che bisogna insegnare ai bambini ad amare, ad amare la madre, il padre, i maestri, tutti gli uomini, gli animali, le piante, tutte le cose.
Chi realmente ama è invece il bambino, che desidera sentire l’adulto accanto a sé e che si compiace di attirare l’attenzione di lui sopra se stesso: “Guardami, stammi vicino!”.
La sera, quando va a letto, chiama la persona che ama e vorrebbe che non lo lasciasse. L’adulto passa accanto a questo mistico amore senza riconoscerlo: ma badate, quel piccino che vi ama crescerà e scomparirà. Chi vi amerà come lui? Chi vi chiamerà andando a letto, dicendo affettuosamente: “Stai qui con me”, anziché dire con indifferenza : “Buona notte”? Chi desidererà ardentemente starci vicino mentre mangiamo, soltanto per guardarci? Noi ci difendiamo da quell’amore – e non ne troveremo mai uno uguale! – e diciamo inquieti: “Non ho tempo, non posso, ho da fare!”, mentre in fondo pensiamo: “Bisogna correggerli, i bambini, se no si finisce per essere loro schiavi”.
Che cos’è, se non amore, quello che spinge il bambino appena alzato ad andarsene a cercare i genitori? Quando il bambino salta dal letto, presto, al sorgere del sole e va in cerca dei genitori che dormono ancora, accorre solo per rivedere gli esseri che ama. La stanza, forse è ancora buia, ben chiusa, perché non dia fastidio la chiarità del giorno. Il bambino si fa avanti vacillante, col cuore oppresso dalla paura del buio, ma supera ogni timore e va a toccare gentilmente i genitori. Il padre e la madre brontolano: “Ma non ti abbiamo detto tante volte che non devi venire la mattina presto a svegliarci?…” “Non vi ho svegliati – replica – vi volevo dare un bacio!…”
Sì, l’amore del bambino ha immensa importanza per noi. Il padre e la madre dormono tutta la vita, tendono ad addormentarsi sopra tutte le cose, e hanno bisogno di un nuovo essere che li svegli e li rianimi con l’energia fresca e viva che in essi non esiste già più. Senza il bambino che l’aiuta a rinnovarsi, l’uomo degenererebbe. Se l’adulto non cerca di rinnovarsi, una dura corazza si va formando attorno al suo spirito e finisce col renderlo insensibile: e in questo insensato modo il suo cuore si perderà.”

da Maria Montessori: Il segreto dell’infanzia, selezione e sintesi di Enrica Baldi

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